Il mastino dei Baskerville
1902

Sono passati nove anni da The Final Problem. Prima di resuscitare Holmes, Conan Doyle regala ai suoi appassionati lettori questo romanzo veramente ben fatto; sicuramente la cosa migliore che abbia scritto e uno dei migliori polizieschi di tutti i tempi. La struttura è quella del giallo classico; vengono inserite esche di ogni tipo, false e vere, tanto che volendo il lettore potrebbe anche arrivare a scoprire l'assassino; di questo parleremo più approfonditamente in 2.5. e, soprattutto, è l'unico senza una seconda parte che negli altri romanzi è abbastanza noiosa.

Siamo nel 1889; desumiamo la data dal bastone che il dottor Mortimer aveva dimenticato a Baker Street dopo che aveva deciso di non attendere Holmes, assente:

'To James Mortimer, M.R.C.S., from his friends of the C.C.H.,' was engraved upon it, with the date '1884.'"

’A James Mortimer, M.R.C.S., dai suoi amici del C.C.H.,’ era inciso sul bastone, con la data del 1884.”

(p. 583)

H deduce che il bastone gli sia stato regalato dai colleghi cinque anni prima:

"If he was in the hospital and yet not on the staff he could only have been a house-surgeon or a house-physician—little more than a senior student. And he left five years ago—the date is on the stick."

"Se era in ospedale e non faceva parte dello staff, avrebbe potuto essere solo un chirurgo o un medico generico - poco più che uno studente anziano. E se ne è andato cinque anni fa - la data è sul bastone."

(p. 584)

ma quanto al mese, come sempre, siamo in alto mare: Mortimer afferma che Sir Charles è morto il 4 maggio (un buon giorno per morire: è lo stesso giorno della presunta morte di Holmes in The final problem e, se si fosse affrettato un poco, anche quella di Napoleone).

"This family paper was committed to my care by Sir Charles Baskerville, whose sudden and tragic death some three months ago created so much excitement in Devonshire. ... On the 4th of May Sir Charles had declared his intention of starting next day for London, and had ordered Barrymore to prepare his luggage. That night he went out as usual for his nocturnal walk, in the course of which he was in the habit of smoking a cigar. He never returned."

Questi documenti di famiglia sono stati affidati alle mie cure da Sir Charles Baskerville, la cui morte improvvisa e tragica, circa tre mesi fa, ha provocato tanta agitazione nel Devonshire. ... Il 4 maggio Sir Charles aveva detto di aver intenzione di partire per Londra il giorno successivo e aveva ordinato a Barrymore di preparargli i bagagli. Quella sera uscì come al solito per la sua passeggiata serale, durante la quale aveva l'abitudine di fumare un sigaro. Non tornò più."

(p. 586, 588, 589)

dunque siamo in agosto. Quando il naturalista Stapleton rincorre le sue falene afferma che è difficile trovarne a fine autunno:

"I was chasing a Cyclopides. He is very rare and seldom found in the late autumn."

"Stavo inseguendo una Cyclopides. È molto rara e difficilmente se ne trovano nel tardo autunno."

(p. 612)

quindi dicembre. Più tardi W daterà 13 ottobre il suo primo rapporto. Qualunque mese sia, W dovrebbe comunque essere già felicemente ammogliato, invece divide ancora la casa di Baker Street con l'amico. E vabbe'.

Ma stiamo anticipando troppo; Mortimer era andato a Baker Street con l'intenzione di chiedere a Holmes di indagare sulla recente morte di Sir Charles Baskerville, avvenuta nel parco della propria tenuta, sita in mezzo alla brughiera del Dartmoor, nel Devon. Secondo il medico legale la morte è dovuta a un infarto, tuttavia Mortimer è rimasto impressionato dall'espressione di puro terrore impressa sul volto di Sir Charles, inoltre vicino al cadavere ha visto le impronte di un cane gigantesco nel terreno bagnato. Il dottore non scarta l'ipotesi che Sir Charles sia stato aggredito da un cane demoniaco che, secondo una vecchia leggenda, perseguita da secoli gli eredi maschi della famiglia Baskerville, per cui teme anche per la vita di Sir Henry, ultimo membro vivente della famiglia, appena giunto a Londra dal Canada.

La leggenda narra la storia di un antenato dei Baskerville, Sir Hugo, crudele e depravato, che si era incapricciato della classica donzella immacolata come la madonna. La ragazza fugge dal dissoluto signore, viene raggiunta ma, prima che Sir Hugo possa oltraggiarla in un modo qualsiasi, un cane demoniaco lo assale e lo uccide[1].

Il dottor Mortimer è un positivista puro che, lombrosianamente, studia misure e forme di cranio, è un entusiata di Bertillon, eppure non si dimostra scettico a proposito della maledizione del Cane dei Baskerville, ma di questo parleremo più diffusamente in 2.6. H invece non è particolarmente colpito dalla leggenda; ancor meno lo è W che, anche dopo aver udito il terribile ululato del cane, si rifiuta categoricamente di credere al soprannaturale:

 

"Twice I have with my own ears heard the sound which resembled the distant baying of a hound. It is incredible, impossible, that it should really be outside the ordinary laws of nature. A spectral hound which leaves material footmarks and fills the air with its howling is surely not to be thought of. Stapleton may fall in with such a superstition, and Mortimer also; but if I have one quality upon earth it is common-sense, and nothing will persuade me to believe in such a thing."

"Per due volte ho sentito con le mie orecchie un suono che somigliava al lontano abbaiare di un cane. È incredibile, impossibile, che sia davvero oltre le ordinarie leggi della natura. Un cane spettrale che lascia impronte materiali e riempie l'aria del suo ululato non è certo verosimile. Stapleton può cadere in una simile superstizione e anche Mortimer; ma se ho una qualità al mondo è il buon senso, e niente mi convincerà a credere in una cosa del genere."

(p. 625)

Chissà perché, qui Watson mi ricorda un po' Pippo che non crede alla magia della strega Nocciola; forse solo perché Pippo è stato il dottor Watson in un cartone animato della Disney Pixar firmato da Carlos Mota. Holmes ovviamente è Topolino.

Più tardi il baronetto riferisce di aver appena ricevuto un'anonima minaccia e che gli hanno pure rubato uno stivale. Quando esce da Baker Street, Holmes lo segue e si accorge che un individuo dalla folta barba nera lo sta pedinando con una carrozza, ma quando Holmes lo sorprende l'uomo fugge e si fa gioco del detective, rivelando al vetturino di chiamarsi proprio Sherlock Holmes.

Holmes trova il caso molto stimolante, ma impegni precedenti lo inducono ad affidare l'indagine a Watson, che accompagna Sir Henry a Dartmoor e, mentre veglia sulla vita del baronetto, raccoglie tutti i possibili indizi che comunica a Holmes con regolarità; quindi esplora i dintorni di Baskerville Hall per scoprire chi avrebbe potuto avere avuto un movente per sopprimere Sir Charles. Watson comincia a tenere d'occhio Barrymore, il Maggiordomo dei Baskerville, dal fare misterioso e circospetto. I giorni trascorrono fra arcane apparizioni e lugubri ululati, mentre Sir Henry comimincia a bazzicare la casa di uno dei vicini, il naturalista Stapleton, che ha una sorella, la ritroveremo in 2.2., della quale il baronetto si è innamorato. Il tutto incorniciato dallo spettrale paesaggio della brughiera.

Un giorno W indaga fra alcune antiche rovine nella brughiera, perché, tempo prima, aveva visto aggirarvisi un individuo sospetto:

And it was at this moment that there occurred a most strange and unexpected thing. We had risen from our rocks and were turning to go home, having abandoned the hopeless chase. The moon was low upon the right, and the jagged pinnacle of a granite tor stood up against the lower curve of its silver disc. There, outlined as black as an ebony statue on that shining back-ground, I saw the figure of a man upon the tor. Do not think that it was a delusion, Holmes. I assure you that I have never in my life seen anything more clearly. As far as I could judge, the figure was that of a tall, thin man.
 

He stood with his legs a little separated, his arms folded, his head bowed, as if he were brooding over that enormous wilderness of peat and granite which lay before him. He might have been the very spirit of that terrible place. It was not the convict. This man was far from the place where the latter had disappeared. Besides, he was a much taller man.

Proprio in quel momento accadde una cosa molto strana e inaspettata. Ci eravamo alzati e stavamo per tornare a casa, dopo aver abbandonato la caccia senza speranza. A destra avevamo la luna, bassa sull'orizzonte, e la punta frastagliata di un picco di granito si ergeva contro la curva inferiore del suo disco d'argento. Là, ben delineato, nero come una statua di ebano sullo sfondo splendente, vidi la figura di un uomo sull'altipiano. Non pensate che fosse un'illusione, Holmes, vi assicuro che in vita mia non ho mai visto niente più chiaramente: per quanto ho potuto giudicare, era la figura di un uomo alto e magro.

Stava con le gambe divaricate, le braccia conserte, la testa china, come se stesse meditando su quell'enorme deserto di torba e granito che si trovava davanti a lui. Potrebbe essere stato lo spirito stesso di quel luogo terribile. Non era l'evaso; era troppo lontano da dove questi era scomparso. Inoltre, era molto più alto.

(p. 643)

Già dalla descrizione di quell'ombra, un lettore mediamente scaltro capisce subito che l'uomo della brughiera altri non è che Holmes, che era sempre rimasto nascosto nei paraggi. Il detective a quel punto ha già in mano diversi indizi e riesce a smascherare il colpevole, ma noi aspetteremo 2.5. per la soluzione.

Dopo quasi dieci anni di lontananza forse Conan Doyle aveva un po' nostalgia dei suoi eroi e spesso si attarda a osservarli benevolmente. Watson diventa definitivamente un uomo di azione; lo dice Holmes, che lo conosce bene:

"No, my dear fellow, it is at the hour of action that I turn to you for aid."

"No, mio ​​caro amico, è nell'ora dell'azione che mi rivolgo a voi per chiedere aiuto." ​​​​​

(p. 593)

E ancora:

"My dear Watson, you were born to be a man of action. Your instinct is always to do something energetic."

"Mio caro Watson, siete nato uomo d'azione. Il vostro istinto è sempre quello di intervenire energicamente."

(p. 640)

In più, nonostante la ferita alla gamba lo avesse tormentato fino a poco tempo prima, è un buon corridore, anche se è ovvio che H corra più veloce:

We were both swift runners and in fairly good training, but we soon found that we had no chance of overtaking him.
...
Never have I seen a man run as Holmes ran that night. I am reckoned fleet of foot, but he outpaced me as much as I outpaced the little professional.

Eravamo entrambi buoni corridori e abbastanza in forma, ma presto scoprimmo di non avere alcuna possibilità di superarlo.
...
Non ho mai visto nessuno correre come Holmes quella volta. Mi giudicano un buon corridore, ma superò facilmente sia me che il piccolo detective.

(pp. 624, 646)

H è così bendisposto verso il suo amico da lodarlo apertamente:

"If my friend would undertake it there is no man who is better worth having at your side when you are in a tight place. No one can say so more confidently than I."

"Se il mio amico fosse disponibile, non c'è nessun altro che valga la pena avere al proprio fianco in caso di bisogno. Nessuno può dirlo meglio di me."

(p. 601)

ma è insolitamente benevolo anche verso Lestrade, tanto da affermare che sia il migliore fra gli sbirri di professione:

"He is the best of the professionals, I think, and we may need his assistance."

"Credo che sia il migliore fra i detective professionisti, e potremmo aver bisogno del suo aiuto."

(p. 643)

che, a sua volta, è più rispettoso nei confronti del detective:

a small, wiry bulldog of a man had sprung from a first-class carriage. We all three shook hands, and I saw at once from the reverential way in which Lestrade gazed at my companion that he had learned a good deal since the days when they had first worked together. I could well remember the scorn which the theories of the reasoner used then to excite in the practical man.

Un uomo piccolo e robusto come un bulldog era balzato fuori da una carrozza di prima classe. Ci stringemmo tutti e tre la mano e vidi subito, dal modo reverenziale con cui Lestrade guardava il mio compagno, che aveva imparato molto dai giorni in cui avevano lavorato insieme per la prima volta. Ricordavo bene il disprezzo che le teorie del fine ragionatore suscitavano allora in quell'uomo essenzialmente pratico.

(p. 644)

La prima volta W lo aveva descritto con un muso da topo, ora come un piccolo bull dog, segno che anche lui si sta affezionando. Infine, da antologia questo dialogo fra H e Lestrade:

“Are you armed, Lestrade?”

The little detective smiled.

“As long as I have my trousers I have a hippocket, and as long as I have my hip-pocket I have something in it.”

"Siete armato, Lestrade?"

Il piccolo detective sorrise.

"Finché ho i pantaloni ho un paio di tasche e finché ho una tasca sul fianco ho qualcosa dentro."

(p. 645)

Ci sono anche un paio di occasioni nelle quali H si lascia andare a reazioni addirittura umane; quando scopre che il cane ha sbranato l'evaso e non il suo cliente ride e balla:

He had uttered a cry and bent over the body. Now he was dancing and laughing and wringing my hand. Could this be my stern, self-contained friend?

Si era chinato sul corpo, gridando. Ora ballava e rideva, stringendomi la mano. Possibile che questo fosse il mio severo e riservato amico?

(p. 638)

con buona pace dell'evaso. Anche quando riconosce il volto di Stapleton in quello di Hugo Baskerville scoppia in una fragorosa risata:

He burst into one of his rare fits of laughter as he turned away from the picture. I have not heard him laugh often, and it has always boded ill to somebody.

Scoppiò in uno dei suoi rari accessi di riso mentre si allontanava dal quadro. Non l'ho sentito ridere spesso, e questo per qualcuno significava sempre il peggio.

(p. 642)

Per il resto H non fa che confermare se stesso. È diventato una vera celebrità nel suo campo, tanto da indurre il "Papa dei lavoratori", Leone XIII, a chiedere il suo aiuto:

"I had observed some newspaper comment at the time, but I was exceedingly preoccupied by that little affair of the Vatican cameos, and in my anxiety to oblige the Pope I lost touch with several interesting English cases."

"All'epoca avevo notato qualche commento sui giornali, ma ero estremamente preso da quella faccenduola dei cammei vaticani e ero così impegnato ad aiutare il Papa che mi sono perso diversi casi inglesi interessanti."

(p. 589)

ha affrontato ben cinquecento casi d'importanza capitale:

"I am not sure that of all the five hundred cases of capital importance which I have handled there is one which cuts so deep."

"Non credo che di tutti i cinquecento casi di capitale importanza che ho trattato ce ne sia stato uno così problematico.”

(p. 601)

Cita le sue monografie sui dettagli apparentemente più insignificanti, ne parleremo in seguito. È autoritario e teatrale:

One of Sherlock Holmes’s defects—if, indeed, one may call it a defect—was that he was exceedingly loath to communicate his full plans to any other person until the instant of their fulfilment. Partly it came no doubt from his own masterful nature, which loved to dominate and surprise those who were around him. Partly also from his professional caution, which urged him never to take any chances.

Uno dei difetti di Sherlock Holmes - se, davvero, si può definire difetto - era quello di essere estremamente restio a comunicare interamente i suoi piani a chiunque fino a quando non li realizzava. In parte ciò era dovuto alla sua natura istrionica, che amava dominare e sorprendere chi gli stava intorno, in parte anche per una cautela professionale, che lo spingeva a non correre rischi.

(p. 644)

La sua unicità la dimostra anche quando rimane per giorni da solo nella brughiera desolata e riesce a mantenersi lindo e sbarbato come fosse appena uscito di casa:

"He was thin and worn, but clear and alert, his keen face bronzed by the sun and roughened by the wind. In his tweed suit and cloth cap he looked like any other tourist upon the moor, and he had contrived, with that cat-like love of personal cleanliness which was one of his characteristics, that his chin should be as smooth and his linen as perfect as if he were in Baker Street."

"Era smagrito e sciupato, ma limpido e vigile, il viso acuto abbronzato dal sole e irruvidito dal vento. Col suo vestito di tweed e il suo berretto di stoffa sembrava un qualsiasi turista nella brughiera, e con quell'amore felino per la pulizia personale che lo caratterizzava, aveva il mento perfettamente rasato e la biancheria perfetta come se fosse a Baker Street."

(p. 634)

Baskerville, rispetto alle altre opere del canone, ha anche una voce particolare; è sempre Watson che narra ma, invece di organizzare il racconto semplicemente ricostruendo i fatti attraverso i propri appunti, include anche alcuni documenti esattamente come furono scritti all'epoca del caso: i suoi rapporti a Holmes (capp. 8 e 9) e alcune pagine dal suo diario (cap. 10).

Appena cinque anni prima era uscito un romanzo che ebbe un clamoroso successo scritto con lo stesso artifizio, anzi, l'intero romanzo era fatto di documenti scritti perfino da autori diversi, si tratta del Dracula di Bram Stoker. Che Conan Doyle abbia voluto omaggiare lo scrittore irlandese? Può essere, comunque sia, quel modo di narrare si adatta ottimamente all'intreccio del giallo.

Nonostante siano passati quasi dieci anni il fascino di Sherlock Holmes non si è affatto attenuato. Nel nostro secolo basta il silenzio di pochi mesi per dimenticare chiunque; forse un secolo fa non era così, forse il romanzo che lo ha riproposto ai lettori è molto avvincente o forse Sherlock Holmes è come i cartoni animati classici della Disney, che hanno incantato e continueranno a incantare generazioni di bambini. Sia quel che sia, questo romanzo consolida l'icona. È l'immortalità.

 

 


[1] Strano modo di procedere; se io fossi stato il diavolo un tipaccio come Hugo me lo sarei tenuto caro e gli avrei prolungato la vita a dismisura, purché facesse più danno possibile. Questo sembra più il modo di comportarsi del dio del Vecchio Testamento, che oltretutto è anche avvezzo a maledire fino all'ennesima generazione, come nel nostro caso.

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