Chisto è 'o paese d'o sole
Sherlock Holmes e l'Italia

È vero che nell'immaginario del nostro narratore qualsiasi cosa non provenga da o non sia l'Inghilterra è brutto e cattivo, ma quanto a turpitudine nessun paese può tenere testa all'Italia.

È vero, siamo un paese strano; da noi con quelli che giurano di amare alla follia il proprio paese spesso è bene non avere a che fare, molti di più sono quelli che non lo amano e, se facciamo mente locale, non ce ne sono motivi. Ammetto che io stesso mi sono vergognato di essere italiano: quando Berlusconi[1] era Presidente del Consiglio, per esempio, non ho mai varcato il confine per timore che mi prendessero in giro. Mi vergogno di Salvini, mi vergogno della mafia, mi vergogno del ventennio fascista ma, a essere onesti, tout le monde est pays, come dicono anche i francesi. Non è che Trump sia meglio di Berlusconi o i vari Orban, Erdoğan siano meglio di Salvini o Kissinger meglio di Andreotti o Hitler meglio di Mussolini o la organizacija e la yakuza meglio della mafia. A parte il mare, il sole, la pizza, Dante, Michelangelo, Leonardo, il Rinascimento, ecc. posso vantarmi di essere connazionale di Gramsci, Croce, Pasolini, Olivetti, Pertini, ma, volando anche più basso, di Fellini, di Domenico Modugno, di Nanni Moretti, di Hugo Pratt, di Zerocalcare, ecc. Tutto questo sproloquio per dire che siamo un paese né meglio, né peggio degli altri e che la repulsione immotivata per l'Italia che trasuda dall'intero corpus holmesiano un po' mi ha fatto rimanere male.

Inutile dire che l'autore della saga holmesiana non è solo; per esempio gran parte del terzo volume del Varney è ambientata in Italia e anche lì l'immagine del nostro paese cambia poco o punto.

Peccato, perché gli inglesi erano partiti bene; Shakespeare ambienta in Italia le sue tragedie, ma anche le commedie: Romeo e Giulietta e I due gentiluomini di Verona a Verona, Otello e Il mercante di Venezia a Venezia, Molto rumore per nulla a Messina, La tempesta in una imprecisata isola del Mediterraneo, con personaggi italiani, oltre ai drammi storici ambientati nell'antica Roma: Coriolano, Giulio Cesare, Tito Andronico, Antonio e Cleopatra. Dopo l'Inghilterra, l'Italia è la seconda location nell'opera shakespeariana, ciò ha fatto circolare leggende sulla possibile origine italiana del Bardo Immortale.

Eppure Enrico VIII aveva già litigato col papa, lo scisma protestante c'era già stato, Machiavelli, disprezzatissimo dagli inglesi per la sua mancanza di fair play, aveva già scritto Il principe; cosa è cambiato nel frattempo?

Non lo sappiamo, ma ecco come viene vista l'Italia nel canone.

A parte le considerazioni di Holmes sull'alto tasso di criminalità dei paesi latini, in generale, che aveva espresso in Bruce-Partington, già ci eravamo imbattuti nella pessima indole di noi italiani in alcuni brani all'interno di racconti che parlano d'altro. Si ricorderà che il ladro e assassino che risponde all'improbabile nome di Negretto Sylvius in The Mazarin stone è un mezzo italiano, che il ragazzo sedotto e abbandonato da Isadora Klein in The Three Gables aveva escogitato il machiavellico piano di scrivere un romanzo perché:

"It was as if the air of Italy had got into his blood and brought with it the old cruel Italian spirit.”

"Era come se l'aria dell'Italia gli fosse entrata nel sangue e gli avesse generato l'antico, crudele spirito italiano."

(p. 894)

infine che il fabbricante di colori in pensione di The retired colourman:

"He has, to a high degree, the sort of mind which one associates with the mediaeval Italian nature rather than with the modern Briton."

"Ha più la mentalità di un italiano medievale che quella di un inglese moderno."

(p. 978)

Curiosamente tutte e tre le storie sono raccolte nell'ultimo volume pubblicato. Ma ci sono anche due racconti interamente ambientati fra gli immigrati italiani, anche questi abbastanza tardi; del 1904 e del 1911.

Il primo è Six Napoleons: Lestrade va a trovare Holmes per metterlo al corrente dello strano caso di un tale che si introduce nottetempo nelle case per distruggere busti in gesso di Napoleone, la conclusione dell'ispettore è che si tratti di un monomaniaco. Ovviamente Holmes non è convinto, indaga e scopre che tutti i busti provenivano dalla stessa fabbrica.

Quando viene trovato il cadavere di un tal Pietro Venucci accanto a un busto di Napoleone rotto, anche Lestrade realizza che forse c'è dell'altro, indaga e scopre l'identità della vittima:

"His name is Pietro Venucci, from Naples, and he is one of the greatest cut-throats in London. He is connected with the Mafia, which, as you know, is a secret political society, enforcing its decrees by murder. Now you see how the affair begins to clear up. The other fellow is probably an Italian also, and a member of the Mafia."

"Si chiamava Pietro Venucci, napoletano, [Venucci o Benucci è un cognome tipicamente toscano] uno dei peggiori tagliagole di Londra. È affiliato alla mafia [a Napoli c'è la camorra, la mafia è in Sicilia] che come sapete è un'associazione politica segreta [non è un'associazione politica, anche se sono note le collusioni con esponenti politici] che per far rispettare le proprie regole ricorre all'omicidio [e questo è vero]. Ora la faccenda comincia a chiarirsi. Anche l'altro probabilmente è italiano, anche lui affiliato alla mafia."

(p. 510)

Ma se Lestrade è deciso a battere la pista della malavita organizzata, Holmes è di tutt'altro avviso e prepara un agguato per il colpevole e riesce a catturare il pericoloso Beppo (come il poema di Lord Byron) che aveva nascosto la famosa perla dei Borgia nella base di uno dei busti di gesso di Napoleone che aveva realizzato lui stesso. La perla era stata rubata al Principe Orsini l'anno precedente dalla sua cameriera, Lucretia Venucci, sorella di Pietro; Beppo l'aveva rubata a sua volta e l'aveva infilata nella base del busto prima che fosse del tutto asciutto, poi era stato arrestato.

Quando alla fine Holmes rompe il sesto busto e mostra la famosa perla dei Borgia a Watson e Lestrade, che lo applaudono calorosamente, arrossisce e si commuove:

“Gentlemen,” he cried, “let me introduce you to the famous black pearl of the Borgias.

”Lestrade and I sat silent for a moment, and then, with a spontaneous impulse, we both broke out clapping as at the well-wrought crisis of a play. A flush of colour sprang to Holmes’s pale cheeks, and he bowed to us like the master dramatist who receives the homage of his audience. It was at such moments that for an instant he ceased to be a reasoning machine, and betrayed his human love for admiration and applause. The same singularly proud and reserved nature which turned away with disdain from popular notoriety was capable of being moved to its depths by spontaneous wonder and praise from a friend.

"Signori", esclamò, "ho il piacere di presentarvi la famosa perla nera dei Borgia."

Lestrade e io rimanemmo ammutoliti per un istante, poi, con impulso spontaneo, iniziammo entrambi ad applaudire come si fa a teatro per un finale grandioso. Una vampata imporporò le guance pallide di Holmes e si inchinò come un capocomico che riceve l'omaggio del suo pubblico. In quel momento, per un istante smise di essere una macchina pensante e tradì il suo amore tutto umano per l'ammirazione e il plauso. Quella stessa natura orgogliosa e riservata che rifuggiva con disprezzo la pubblica notorietà, si commuoveva nel profondo alla lode spontanea di un amico.

(p. 513)

Quello che non sappiamo è se questa volta Holmes abbia restituito la famosa perla dei Borgia o se, complice Lestrade, anche quella sia finita nel suo museo personale. A leggere la chiusa del racconto la seconda ipotesi sembrerebbe la più probabile:

"Put the pearl in the safe, Watson,” said he, “and get out the papers of the Conk-Singleton forgery case. Goodbye, Lestrade. If any little problem comes your way I shall be happy, if I can, to give you a hint or two as to its solution.”

"Mettete la perla in cassaforte, Watson", disse, "e tirate fuori i documenti relativi al caso del falso di Conk–Singleton. Arrivederci, Lestrade, se vi capitasse qualche problemuccio, sarò sempre felice di darvi un paio di suggerimenti."

(p. 514)

Il secondo è Red Circle: inizio canonico a Baker Street; l'affittacamere, signora Warren, si reca da Holmes preoccupata a causa di un suo inquilino misterioso. Holmes nicchia, ma la donna fa appello alla sua gentilezza e Holmes è sensibile alle lusinghe:

“But he would never cease talking of it—your kindness, sir, and the way in which you brought light into the darkness. I remembered his words when I was in doubt and darkness myself. I know you could if you only would.”
 

Holmes was accessible upon the side of flattery, and also, to do him justice, upon the side of kindliness. The two forces made him lay down his gum-brush with a sigh of resignation and push back his chair.

"Ma lui non smette mai di parlare della vostra gentilezza, signore, e di come siete riuscito a far luce nell'oscurità più fitta, perciò quando anch'io mi sono trovata nel dubbio e nell'oscurità ho ricordato le sue parole. So che potreste aiutarmi, se solo voleste."

Holmes era sensibile all'adulazione, inoltre, devo rendergli giustizia, la cortesia è una delle sue molte doti. Queste due cose lo costrinsero a posare il pennello della colla con un sospiro di rassegnazione e spingere indietro la sedia.

(p. 773)

Un uomo aveva affittato una stanza offrendo una somma di denaro eccessiva, a patto che nessuno lo disturbasse per nessun motivo e, a parte la notte del suo insediamento, non era mai uscito e nessuno lo aveva più visto. Holmes scopre che l'inquilino riceve messaggi tramite annunci sul giornale, dai quali si intuisce un misterioso e grave pericolo. Holmes e Watson si nascondono in casa di Mrs. Warren e, riflesso da uno specchio, riescono a vedere l'inquilino che non è l'uomo che ha affittato la camera, ma una giovane donna. Si appostano fuori dal palazzo dell'affittacamere e vedono segnali luminosi, che Holmes interpreta senza problemi, provenire dal palazzo di fronte, quindi i due decidono di recarsi all'interno del palazzo, vengono bloccati dall'ispettore Gregson in compagnia di un agente della Pinkerton di New York. Holmes cita ancora una volta The twelfth night di Shakespeare, cosa che fece anche quando si trovò faccia a faccia col colonnello Moran:

“Why, Gregson!” said my companion as he shook hands with the Scotland Yard detective. “Journeys end with lovers’ meetings. What brings you here?”

"Toh, Gregson!" disse il mio compagno stringendo la mano al detective di Scotland Yard. 'gli innamorati finiscono sempre per ritrovarsi'. Come mai da queste parti?"

(p. 777)

I due sono sulle tracce di Giuseppe Gorgiano, un famigerato assassino italoamericano affiliato alla setta del Cerchio Rosso, e si sono appostati fuori dal palazzo per catturarlo all'uscita. Holmes consiglia di entrare e trovano Gorgiano morto. Allora Holmes con la candela manda un messaggio all'inquilina di Mrs. Warren per farla scendere e sarà lei a spiegare il mistero. La donna è un'italiana, Emilia, fuggita in America col marito, Gennaro Lucca. Gennaro era riuscito a fare fortuna dopo aver salvato la vita a un ricco compaesano, Tito Castalotte, che gli aveva poi offerto lavoro nella sua ditta. Ma a Napoli, quando era un giovane scapestrato, Gennaro faceva parte di un ramo dei Carbonari, il Cerchio Rosso, e negli States aveva incontrato il suo paesano Giuseppe Gorgiano, che lo aveva obbligato a tornare attivo nella società segreta. Gorgiano si era poi innamorato di Emilia e per questo, durante una riunione della setta, aveva fatto in modo che Gennaro fosse estratto a sorte per uccidere Tito Castallotte, colpevole di non aver pagato il pizzo. Gennaro ed Emilia decidono quindi di scappare a Londra, ma vengono inseguiti da Gorgiano, intenzionato a vendicarsi. Il colpevole dell'omicidio è dunque Gennaro che, vedendosi scoperto dal suo inseguitore, lo aveva ucciso per salvare la vita alla moglie. Ovviamente avendo ucciso un noto assassino, non viene condannato.

Gli italiani quindi sono sempre coinvolti in pericolosissime sette segrete. Gennaro in gioventù era un carbonaro:

“My poor Gennaro, in his wild and fiery days, when all the world seemed against him and his mind was driven half mad by the injustices of life, had joined a Neapolitan society, the Red Circle, which was allied to the old Carbonari. The oaths and secrets of this brotherhood were frightful, but once within its rule no escape was possible. When we had fled to America Gennaro thought that he had cast it all off forever. What was his horror one evening to meet in the streets the very man who had initiated him in Naples, the giant Gorgiano, a man who had earned the name of ‘Death’ in the south of Italy, for he was red to the elbow in murder!



...
The funds of the society were raised by blackmailing rich Italians and threatening them with violence should they refuse the money. It seems that Castalotte, our dear friend and benefactor, had been approached."

 

Il mio povero Gennaro nei giorni ardenti della sua giovinezza, quando gli sembrava di avere tutto il mondo contro e era esasperato dalle ingiustizie della vita, entrò a far parte di una società napoletana, il Cerchio Rosso, alleata dei vecchi Carbonari. I giuramenti e i segreti della confraternita erano spaventosi, e una volta ammessi alle loro regole era impossibile liberarsene. Quando fuggimmo in America Gennaro pensava di essersi lasciato tutto alle spalle per sempre; quale fu il suo orrore nell'incontrare una sera proprio colui che lo aveva iniziato a Napoli, il gigantesco Gorgiano, conosciuto in tutta l'Italia meridionale col soprannome di 'Morte', perché il sangue gli grondava dai gomiti da quanti morti che aveva sulla coscienza!
...
I fondi della società venivano raccolti estorcendo denaro agli italiani ricchi e minacciandoli nel caso avessero rifiutato di pagare. Pare che fosse successo anche a Castalotte, il nostro caro amico e benefattore."

(p. 780)

Effettivamente, la carboneria nacque nel Regno di Napoli, ma era un'associazione politica, non criminale, come invece è la mafia che in Six Napoleons era stata descritta come una società segreta politica. Nel nostro caso la carboneria fa pagare il pizzo ai commercianti, abitudine che è invece appannaggio della mafia. Insomma, Conan Doyle fa un po' di confusione fra un'organizzazione e l'altra, ma rimane il fatto che gli italiani sono tutti cospiratori e assassini.

L'altra cosa che non quadra sono i segnali luminosi.

"Now he begins to flash. Take the message also, Watson, that we may check each other. A single flash—that is A, surely. Now, then. How many did you make it? Twenty. Do did In. That should mean T. AT—that’s intelligible enough. Another T. Surely this is the beginning of a second word. Now, then—TENTA. Dead stop. That can’t be all, Watson? ATTENTA gives no sense. Nor is it any better as three words AT, TEN, TA, unless T. A. are a person’s initials. There it goes again! What’s that? ATTE—why, it is the same message over again. Curious, Watson, very curious. Now he is off once more! AT—why he is repeating it for the third time. ATTENTA three times! How often will he repeat it? No, that seems to be the finish. He has withdrawn form the window. What do you make of it, Watson?”
“A cipher message, Holmes.”
My companion gave a sudden chuckle of comprehension. “And not a very obscure cipher, Watson,” said he. “Why, of course, it is Italian! The A means that it is addressed to a woman. ‘Beware! Beware! Beware!’ How’s that, Watson?

...
“PERICOLO—pericolo—eh, what’s that, Watson? ‘Danger,’ isn’t it? Yes, by Jove, it’s a danger signal!”

"Ora inizia a segnalare. Scrivete il messaggio anche voi, Watson, poi li confronteremo. Un solo baleno, una A di certo. Attento adesso. Dunque, quanti ne avete contati? Venti. Anch'io. Questo dovrebbe significare T. AT – fin qui è abbastanza chiaro. Un'altra T. Ora E, sicuramente l'inizio della seconda parola. Poi ... TENTA. Stop. Non può aver finito, Watson. ATTENTA non ha senso. Neppure se proviamo a dividerlo in parole AT, TEN, TA, a meno che T.A. non siano le iniziali di qualcuno. Ecco, ricomincia! Ma cosa ..? ATTE – perché di nuovo lo stesso messaggio? Strano, Watson, molto strano. Ecco che ricomincia! AT – ma lo sta ripetendo per la terza volta! ATTENTA tre volte! Quante volte lo ripeterà? No, pare che abbia finito. Si è allontanato dalla finestra. Ci capite qualcosa voi, Watson?"
"Deve essere un messaggio cifrato, Holmes."
Il mio compagno fece un'improvvisa risatina trionfale. "E non è poi un codice tanto oscuro, Watson", disse. "perché è italiano! La A finale significa che il messaggio è indirizzato a una donna. 'Attenzione! Attenzione! Attenzione! 'Che ne dite, Watson?"
...
"PERICOLO – pericolo – eh, che significa, Watson? "minaccia", non è vero? Sì, per Giove, le segnala un rischio!"

(p. 777)

Gennaro ed Emilia sono emigrati da adulti negli Stati Uniti appena quattro anni prima, la donna parla inglese rapidamente, ma fa un sacco di errori, scrive e legge appena l'inglese, infatti Gennaro le manda i messaggi luminosi in italiano. Ci sentiamo dunque di affermare con certezza assoluta che il numero corrispondente alla lettera non possa che essere quello dell'alfabeto italiano di 21 lettere e non di quello inglese di 26. Ebbene, questo è quello che avrebbe letto Holmes, se Gennaro, del tutto incongruamente, non avesse provvidenzialmente associato i numeri alle lettere dell'alfabeto inglese: ARRELRA - NEPICMJM. Non solo Holmes, ma neppure Alan Turing ci si sarebbe raccapezzato; figuriamoci la semplice Emilia che si era vista arrivare un messaggio come ZIEPI[2]:

 

“But where, then, is Gennaro?” she asked. “He is my husband, Gennaro Lucca. I am Emilia Lucca, and we are both from New York. Where is Gennaro? He called me this moment from this window, and I ran with all my speed.”
“It was I who called,” said Holmes.
“You! How could you call?”
“Your cipher was not difficult, madam. Your presence here was desirable. I knew that I had only to flash ‘Vieni’ and you would surely come.”

"Ma dov'è Gennaro, allora? " chiese "Mio marito, Gennaro Lucca; io sono Emilia Lucca, siamo di New York. Dov'è Gennaro? Mi ha chiamato poco fa proprio da questa finestra e sono corsa subito."

"Sono stato io a chiamarvi", disse Holmes.
"Voi! E come avete fatto?"
"Il vostro codice non era difficile, signora e siccome desideravo la vostra presenza qui sapevo che dovevo solo segnalare 'Vieni' per farvi venire."

(p. 779)

Neppure Conan Doyle ha imparato nulla da Sherlock Holmes: quando gli elementi che abbiamo a disposizione sono insufficienti, meglio dedicarsi al violino.