Non c'è nulla di singolare nell'analizzare il corpus holmesiano di Arthur Conan Doyle. In centinaia lo hanno fatto prima di noi e di Holmes ormai sappiamo più di quanto ne sapesse lo stesso Conan Doyle.
Proprio questo è il punto. Emuli del grande detective, cercheremo notizie direttamente alla fonte, senza dar credito alle conclusioni fuorvianti di coloro che, a mezzo di stampa o pellicola, hanno confuso le tracce.
L'intero corpus è composto da quattro romanzi e cinquantasei racconti, raccolti in cinque volumi. Per brevità, dopo averli indicati una prima volta, quando ne parleremo, anziché riferirci al titolo per esteso, ci serviremo delle sigle indicate nella pagina che abbiamo chiamato Gli indizi.
I riferimenti alle pagine sono relativi a The complete Sherlock Holmes, scaricabile da rete.
Essendo uno studio destinato al lettore italiano, abbiamo confrontato anche due traduzioni italiane complete, quella degli storici gialli Mondadori, raccolti nel 2020, Sherlock Holmes, tutti i romanzi e racconti e Tutto Sherlock Holmes, Newton Compton Editori, 1991, e abbiamo fatto bene perché, come si vedrà, alcune incongruenze con l'originale ci hanno, talvolta, messo sulla strada giusta per procedere nella nostra indagine. Ci fossero alcune varianti che stimeremo rilevanti o curiose, lo segnaleremo.
Le citazioni sono in originale con testo a fronte. La traduzione è nostra, più per mero divertimento che perché non riteniamo valide le due appena citate. Seguiranno alcune note sulla traduzione.
La nostra analisi sarà scritta in prima persona plurale, che non è un plurale majestatis, ma la presunzione di condividere col lettore quello che si sta scrivendo. D'altronde scrivere, come parlare, è un atto sociale. Si passerà alla prima persona singolare solo quando si esprimono opinioni personali, non supportate da dati oggettivi.
Detto questo, andiamo a cominciare.
Le due edizioni integrali tradotte in italiano:
L'edizione Mondadori raccoglie in unico volume, con copertina rigida, tutti i "Gialli Mondadori" pubblicati neglli anni '50 e '60 nel formato dello Strand Magazine, col testo a due colonne e le illustrazioni originali di Sidney Paget. I traduttori sono decisamente prestigiosi: la traduzione del Mastino dei Baskerville è di Oreste Del Buono.
L'edizione Newton Compton, dal canto suo, ha una traduzione più moderna, molto dignitosa, e il prezzo è veramente economico,
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